A.R.
Artsteady reviews
DEADPOOL IL FILM
Avevo tutte le migliori intenzioni, lo
giuro.
Mi ero preparato una serissima scaletta con la quale fare le pulci a questa prima volta di Deadpool sul grande schermo, ma il film non la merita. Sarebbe un trattamento iniquo.
Mi ero preparato una serissima scaletta con la quale fare le pulci a questa prima volta di Deadpool sul grande schermo, ma il film non la merita. Sarebbe un trattamento iniquo.
Alcune premesse:
- Sono andato a vedere Deadpool al cinema il giorno 18 febbraio, data di uscita italiana, per nulla vergine, essendomi fatto divorare completamente dal marketing virale. Ho visto tutti i trailer, originali ed italiani, le clip, i manifesti, le interviste a Ryan Reynolds, l'ecografia prenatale del regista.
- Sono andato al cinema alle 21.30, dopo aver guardato Villareal – Napoli, partita di andata dei sedicesimi di Europa League, in un pub nei pressi del cinema.
- La recensione conterrà spoiler sul film, la partita, il panino e la 26^ giornata del campionato di serie A.
- Sono andato a vedere Deadpool al cinema il giorno 18 febbraio, data di uscita italiana, per nulla vergine, essendomi fatto divorare completamente dal marketing virale. Ho visto tutti i trailer, originali ed italiani, le clip, i manifesti, le interviste a Ryan Reynolds, l'ecografia prenatale del regista.
- Sono andato al cinema alle 21.30, dopo aver guardato Villareal – Napoli, partita di andata dei sedicesimi di Europa League, in un pub nei pressi del cinema.
- La recensione conterrà spoiler sul film, la partita, il panino e la 26^ giornata del campionato di serie A.
Si abbassano le luci in sala e partono
i titoli di testa. E credo che siano stati i tre minuti più
fomentanti della mia vita. Sono sufficientemente certo che sia una
reazione realistica e non falsata da preconcetti e condizioni
ambientali: il panino era tristemente accompagnato da una Coca Cola
ed il Napoli aveva perso 1 a 0 con gol di Suarez nel finale su
punizione, nel più classico dei siringoni, come direbbero in Spagna.
Ero quindi schifosamente sobrio, un po' abbattuto e se chiudevo gli
occhi mi appariva lo sguardo da triglia di Valdifiori (ma come si fa,
dico io!).
Voglio personalmente ringraziare i
titoli di testa per avermi riportato nel mood giusto per la visione
del film: una trovata originale, divertente e veramente ben
realizzata quella di presentare i titoli muovendosi nel fermo
immagine di una delle scene d'azione più spettacolari della
pellicola. Ho successivamente scoperto che Tim Miller è un esperto
di “opening” e devo dire che il mestiere si vede tutto.
Sebbene le battutine fossero
fessacchiotte, al termine dei titoli di testa già sorridevo.
La trama è esile e non disdegna di
lasciare qua e là pure qualche buco. D'altronde con un Hamsik in
quelle condizioni, capace di sbagliare quasi tutto nel secondo tempo,
il gioco doveva passare necessariamente per i piedi di Valdifiori,
che però tocca più avversari che palloni.
Solo un po' meglio riesce a fare il
film, alle prese con il sempre difficile compito di rendere
interessante una storia d'origini. Più interessante della trama in
sé è certamente il modo in cui è gestita la narrazione, con un
gioco di flashback ben strutturato che detta i ritmi giusti, senza
mai annoiare.
La tecnica del regista è sorprendente
(e ormai sarà chiaro che NON stiamo parlando di Valdifiori). Era
difficile prevedere da questo punto di vista cosa ci aspettasse in
sala, essendo di fatto l'opera prima di Tim Miller alla regia
solitaria, per cui la sorpresa era messa in conto. Miller non si
limita mai ad una regia “operaia”, cercando sempre il guizzo, la
trovata giusta per valorizzare la spettacolarità o la comicità
della scena e ci riesce molto spesso sia per le scene d'azione
(soprattutto nella lunghissima sequenza del ponte), sia nelle parti
più dialogiche. Nota di merito per il modo in cui viene presentato
l'innamoramento tra Wade e Venessa: al di là dell'idea in sé di
seguire la storia d'amore in un montaggio veloce di scene di sesso,
il modo in cui il regista dosa romanticismo, comicità e nudo
integrale è veramente pregevole.
Nonostante ciò, il film perde un po' di smalto nel finale, da un lato perché l'ultima scazzottata è un po' tirata via, dall'altro perché il meccanismo comico, negli ultimi dieci minuti, comincia a risultare un po' scontato.
Nonostante ciò, il film perde un po' di smalto nel finale, da un lato perché l'ultima scazzottata è un po' tirata via, dall'altro perché il meccanismo comico, negli ultimi dieci minuti, comincia a risultare un po' scontato.
Lascia comunque un buon sapore in
bocca. La scelta del fiordilatte di Agerola nel panino, di cui mi
prendo tutti i meriti, contribuisce ad aggiungere un retrogusto
delicato ad una pellicola che di delicato non ha assolutamente nulla.
Per la gioia di tutti.
Il film si presenta assolutamente sopra
le righe, ed è un atteggiamento che con stoica e pregevole costanza
riesce a sostenere per tutta la durata. In questo essere
completamente esagerato in tutto, le incertezze di trama e qualche
cafonata di regia vengono risucchiate, masticate e vomitate in un
unico, lungo conato di puro intrattenimento ricco di pezzettoni.
Avendolo purtroppo visto in doppiaggio
italiano, poco potrei dire dell'interpretazione di Ryan Reynolds, che
per lunghi tratti indossa la maschera di Deadpool. E invece dirò.
La mimica dell'attore rasenta la
perfezione e riesce perfettamente ad apparire come un personaggio di
un cartone animato scagliato in una realtà che diventa cartone
animato anch'essa (anche fuor di metafora). Ryan Raeynolds è
inequivocabilmente Wade Wilson, mercenario violento, sboccato e
fottutamente pazzo, e lo è in un modo così naturale da rendere
paradossalmente credibile tutto ciò che accade sullo schermo. Meno
riuscita è la caratterizzazione degli altri personaggi,
completamente schiacciati dal protagonismo di un attore innamorato
del suo personaggio e di un personaggio innamorato della propria
voce: Ajax, Testata Mutante Negasonica e soprattutto Colosso ne
escono come delle macchiette in quel grande film che sta prima di
tutto nella testa di Deadpool.
Lo sfondamento della quarta parete, la
vera cifra del Mercenario Chiacchierone, è gestita... no, non è
gestita. Deadpool sta lì, sullo schermo, fa le sue robe, e parla
incessantemente: con gli altri, con sé, con te, con gli unicorni di
peluche ed è straordinariamente divertente perché lo fa da nerd a
nerd, citando continuamente il cinema, la televisione, il pop e
qualunque altra cosa mi sia perso. Tutto è così fitto che, dopo
aver riso per la prima mezz'ora, più o meno quando si taglia la mano
citando 127 ore, ti si stampa un sorriso ebete sulla faccia di quelli
che ti porti a letto.
Resta soprattutto una gigantesca
dichiarazione d'amore: in ogni fotogramma si vede quanto questo film
sia stato estremamente voluto e amato da Miller e soprattutto
Reynolds, che hanno dovuto sostanzialmente costringere la Fox a
produrlo e si portano a casa la soddisfazione di aver dato a tutti
quello che si aspettassero ed aver fatto pure un gran bel film, che è
sempre un valore aggiunto.
Tornano a casa con un incasso record che vale i tre punti, una piccola gioia in una settimana in cui il Napoli pare aver dimenticato come si fa, bucando il controsorpasso sulla Juve nel match di casa contro il Milan.
Tornano a casa con un incasso record che vale i tre punti, una piccola gioia in una settimana in cui il Napoli pare aver dimenticato come si fa, bucando il controsorpasso sulla Juve nel match di casa contro il Milan.
Sto ancora finendo di sfondare la
quarta parete della mia camera.
Cosa resterà al genere Cinecomics di
questo esperimento così ben riuscito? I bookmakers si dividono tra
il “molto poco” e il “mezza cippa di cazzo”. Personalmente,
propendo per la seconda: questo film non dimostra che il supereroe
VM18 funziona, ma solo che Deadpool è un personaggio che sul grande
schermo sa leggere, scrivere e far di conto. Il primo Kick Ass
dovrebbe essere un valido esempio.
Deadpool è così esagerato e talmente
compiaciuto dall'esserlo che ti brucia le sinapsi.
Per buttare giù questo paio di
paginette semi serie ho dovuto far passare dei giorni da quando l'ho
visto.
E sono certo che, da domani, quando mi
chiederanno “Com'è?”, tornerò a rispondere solo “Bello.
Bellissimo.”.
E la partita? Allora volete proprio
infierire!
(ultima, che non sapevo dove mettere:
film del genere ridimensionano abbondantemente “I Gabbiani della
Galassia”, perché fa ridere di più, ha meno problemi e
soprattutto se ne crea meno.)
(ultima, ultima: nudi integrali di questo livello molti film di genere se li sognano. Di genere porno.)
(ultima, ultima: nudi integrali di questo livello molti film di genere se li sognano. Di genere porno.)