A.I.
Artsteady intervista
PASQUALE QUALANO
Grande amico, splendida persona, attento padre di famiglia, Pasquale Qualano orbita da sempre intorno ad Artsteady come "padrino" spirituale del nostro collettivo.
Sue sono le cover del numero 1 di "47 - Deadman Talking" e del numero 1,5 de "La commedia (sexy all'italiana)" e da poco è approdato sulle pagine della DC.
Ci è sembrato giusto intervistarlo per cercare di scoprire i segreti di questo prolifico e bravissimo autore (amico).
Ciao Pasquale. Ormai possiamo dire che tu sia un autore affermato, arrivare alla DC per lavorare prima sulle pagine di “Harley Queen Road Trip” e poi su “Batman 66”. Ma sappiamo che tu nasci come scultore. Quando hai deciso che il fumetto doveva essere la tua strada?
Sue sono le cover del numero 1 di "47 - Deadman Talking" e del numero 1,5 de "La commedia (sexy all'italiana)" e da poco è approdato sulle pagine della DC.
Ci è sembrato giusto intervistarlo per cercare di scoprire i segreti di questo prolifico e bravissimo autore (amico).
Ciao Pasquale. Ormai possiamo dire che tu sia un autore affermato, arrivare alla DC per lavorare prima sulle pagine di “Harley Queen Road Trip” e poi su “Batman 66”. Ma sappiamo che tu nasci come scultore. Quando hai deciso che il fumetto doveva essere la tua strada?
Pasquale: Salve a tutti!
In realtà ho sempre disegnato
sin da bimbo, guardavo le serie animate dei primi anime in italia, gli
indimenticabili robottoni di Go Nagai, Tatsunoko, e tutto ciò che nasceva dalla
matita del maestro Alex Toth.
L’esperienza nella scultura lavorando presso la bottega d’arte di mio zio ha fatto si che io mi avvicinassi all'arte sacra napoletana.
Ma il disegno mi ha sempre accompagnato anche mentre ero al lavoro in bottega,
ho avuto piccole esperienze nel campo del fumetto.
Posso dire che non vi è un momento preciso in cui ho deciso di intraprendere la
strada del fumetto. In realtà l'ho sempre amato come mestiere ed ho sempre
amato il disegno.
Quello che stimo di te è la
tua capacità di reinventarti ogni volta che lavori ad un progetto nuovo. Non è
una cosa facile, molti autori, anche nel panorama internazionale rimangono
legati allo stile che li ha portati sulla vetta. Cosa ti spinge a questo
costante cambiamento e (ovviamente) miglioramento?
Pasquale: Come si dice a
Napoli mi piace “sbariare”.
Ho sempre sperimentato e mi
piace provare nuovi stili, ma è qualcosa di innato. Fortunatamente i miei cambiamenti di stile sono graduali e
tramite i social riesco a percepire velocemente la risposta di chi mi segue.
Tra un progetto e l’altro cerco
di adattare lo stile giusto su cui lavoro. Come su Batman ’66 ho cercato di
rimanere in tema con la serie dando una sorta di stile vintage con upgrade più
moderno e attuale.
Molti autori si lamentano che
i tempi del mercato americano sono estremamente proibitivi. Volumi completi in
meno di un mese, obbligando il disegnatore a tour de force sfiancanti che
spesso limitano la qualità del lavoro.
Sappiamo che non lavori
soltanto ai fumetti, ma prepari commission e spesso sei in giro. Il dubbio
viene quindi: come fai a mantenere una qualità così alta? Come organizzi la tua
giornata di lavoro?
Pasquale: La risposta è
semplice e banale. Ho famiglia, una bimba che ormai ha 11 anni. Da sempre la
accompagno a scuola. Questo piccolo impegno fa si che io mi svegli presto al
mattino e dalle 8:30 sono già a lavoro, ed ho gran parte della giornata per
concludere ciò che mi sono prefissato.
Di solito mi preparo una
scheda di lavoro e faccio il possibile per rispettarla.
Cerco di essere O’ Mast (il
capo) di me stesso, mi do delle regole da rispettare.
Il tuo percorso è un percorso
di tutto rispetto. Sei partito da case editrici minori sino ad arrivare alla DC:
quali sono i consigli che daresti ad un esordiente per seguire il tuo cammino?
Pasquale: Non so se il mio
cammino sia quello giusto e credo che sia diverso per ogni autore.
Prima di tutto bisogna amare
questo settore alla follia.
Ogni disegnatore è sempre
stato ed è un lettore di fumetti.
La passione, il forte impegno
e la dedizione può portare ad ottimi risultati, come in ogni mestiere.
Come dico ai miei
allievi della scuola Comix Ars di
Salerno “disegnate finché non vi esce il sangue dalle dita!” può sembrare
crudele e faticoso ma è così. Impegno,
dedizione, amore per il fumetto, confronto con altri, di certo porterà ad una
crescita.
Andare alle convention, fare
portfolio review con gli editori, chiedere consigli ai professionisti, non
abbattersi difronte alle critiche, ma percepirli come consigli per migliorare,
perché statene certi c’è sempre da migliorare!
Ogni lavoro è migliore del precedente, questo
vale per gli esordienti ed i professionisti più navigati.
Ultima domanda, quella un po'
cattiva. Nel tuo lunghissimo curriculum manca il mercato italiano, come mai non
ti sei mai approcciato al mercato nazionale?
Pasquale: In realtà per il
mercato italiano ho lavorato per qualche anno al GG Studio, una gran bella
esperienza che mi ha fatto crescere molto. Per loro ho disegnato un fantasy
“The One” edito anche negli Stati Uniti.
Da poco ho iniziato una
collaborazione con Edizione Inchiostro, ho realizzato la cover di Black Death, mentre
nei giorni scorsi la Noise Press ha
appena annunciato la mia collaborazione con loro come copertinista.
Per ora non posso dirvi di più !
Per le novità basta seguire
la mia fanpage oppure il mio profilo
Grazie mille per l’
Intervista!
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